martedì 3 novembre 2009


Capitolo Trecentoventottesimo. Degustazioni

L'orario di visita al Martini è dalle 19.30 alle 20.30, esattemente trenta minuti dopo il servizio della cena. Quello che ci accoglie, però, non è il solito odore di mensa di ospedale, curioso mix di minestra di verdura, disinfettante ed antibiotico: questa è proprio puzza di cadavere.

Osserviamo il vassoio di G.: in un settore un liquido denso ed arancione fa da pista di galleggiamento per pezzi informi di pastina - Brodo di pollo, suggerisce; in un altro un mucchietto di verdure stinte termina la decomposizione, mentre nel terzo un fetta di arrosto dall'aspetto dubbio attende intatta la sua agonia. Solo una mela, poco lontano, trova il coraggio di sorridere.

- Che carne è questa?
- Boh, tu lo sai?
- Polpaccio, sembra
- Sì, ma di cristiano
- L'assaggio!
- Sei pazzo? Non la mangio io...
- ...
- Dunque?
- Cristiano è cristiano, ma credo sia avambraccio.
- ...
- Sa di cazzo...

Nel caso qualcun altro si chiedesse cosa sia.