martedì 22 maggio 2007


Capitolo Centosettantacinquesimo. Storie da ristorante


Ieri arrivano Loro: belli, magri, abbronzati, fashion. Lei capelli neri liscissimi, con codine e vestitino nero stile manga, Lui capelli corti mechati, camici bianca di lino e pantalone coloniale.

Io e il non li guardiamo, straniti nella nostra banale normalità.

Non è difficile intuire che tra i due c'è passione: baci roventi, palpeggiamenti inusuali per una sala di ristrante, anche se ormai svuotata, carezze intime.
Poi, d'impovviso, al silenzio della passione consumata tra il cibo masticato, si sostituisce qualche parola a voce un po' troppo alta.
- Quindi cosa vuoi da me?
- ...
- No, è importante!
- ...
- Alla fine sei come tutti gli altri.

Guardo il non, mentre asciughiamo i bicchieri:
- Alla fine voi uomini siete tutti uguali.
- Non crediate voi donne di essere meglio.
- Per quello che non ha senso cambiarne tanti.
Continuiamo, parlando d'altro: voce dolce, movimenti posati.

Il litigio continua, intanto, appassionato come l'introduzione amorosa: gesti nervosi, sorrisi tirati alle nostre fugaci comparse, sigarette una dietro l'altra, con il fumo sputato dalla porta lasciata aperta, voci scocciate.

Poi, di nuovo, il silenzio. La conclusione è ancora un bacio da film, con lingua e quant'altro. Pagano, se ne vanno, ridono mano nella mano.

Io ed il non riapparecchiamo il tavolo, ci cambiamo, ce ne andiamo. Un sorriso dolce, un bacio timido all'angolo, qualche raccomandazione sussurrata.
A nanna.