martedì 8 maggio 2007


Capitolo Centosessantanovesimo. Quesciere, somniare. Fortasse est


Sono sola a casa e taccio.
Il non è andato a cena con amici, cercando di farmi capire, in modo neppure troppo velato, che la mia compagnia, per il dopo cena, non era gradita.

Sono sola casa e fremo.
Temo che lui faccia qualcosa di cui poi potremmo pentirci. Per avergli ancora accordato fiducia, io, per averla di nuovo tradita, lui.

Sono solo a casa e fantastico.
Abbiamo visto un'altra casa di marzapane, oggi. Un piano solo, con i camini sul tetto e le vecchine che ricamano sul ballatoio. Quaranta metri quadri di camera cucina e bagno: una casa di mattoni che il soffio del lupo non porterà via e che nessuno orco-immobiliare può vendere a qualche principessa ricca, invece che a me, ranocchietta povera.

Sono sola a casa e rifletto.
Ma se le vecchine muoiono e come vicino mi ritrovo qualche arpia o qualche mostro? Come potrò ancora percorrere il ballatoio indenne? Chi condividerà con me il piccolo maniero? Il non? E se mi mentisse ancora una volta, stasera?

Sono sola a casa e calcolo.
Basteranno i soldini per le spese e le bollette? E per mangiare tutte le sere? E quel gruzzoletto nascosto sotto il mandarancio, in cortile, sarà sufficiente per arredare, di tutto punto, la dimora? Chi mi darà una mano nel sopportare gli oneri? Il non? E se mi mentisse ancora una volta, stasera?

Sono sola a casa e aspetto.
Attendo, rassegnata e paziente, che la vasca si riempia, per fare un bagno. Che il geometra, amico di famiglia, dica se è una casa di pan di zucchero, o che vale veramente la pena. Che venga domani, quando guarderò il non in faccia e gli chiederò cosa ha combinato. E se mi mentisse ancora una volta, domani?

Sono sola a casa e scrivo
Inserisco un altro post, in un blog che non comunica con nessuno: nessuno che legge, nessuno che scrive, parole morte.

Sono sola a casa e taccio.
Che altro potrei fare?

4 Commenti:

  • una cosa potresti farla
    non pensare più che siano parole morte e che non ci sia qualcuno che le legga
    non so perchè, ma le tue case di marzapane e pan di zucchero mi han fatto venire in mente gli uomini di pan pepato creati da syd barrett in una sua vecchia canzone

    ce la farà il tuo adventio?

    un'altra cosa che pure potresti fare, sarebbe cacciar via questo pessimismo
    e pensare positivo
    ( e jovanotti non ce lo volevi mettere?)

    buona serata
    o nottata
    ...o quel che sarà

    d.

    Di Anonymous Anonimo, scritto alle 09/05/07, 23:03  

  • Pensare positivo perché son vivo, perché son vivo?
    Non lo so.

    Forse è vero, qualcuno legge: tu. Ed è già tanto.
    L'Adventio funziona, al meglio delle sue potenzialità. E non è poco.
    Syd Barrett non suona più, ma ha segnato un'epoca. Ed è un bel traguardo.

    Forse potrei farcela anch'io. Ed il forse concedimelo. Non si sa mai.

    Di Blogger alesssia, scritto alle 10/05/07, 10:58  

  • Magari tardi, magari a spizzichi e mozzichi, ma qualcuno legge.

    Di Blogger Paolo Cecchetto, scritto alle 14/05/07, 14:48  

  • Gomez, che sorpresa! Mai avrei pensato di ritrovarti qui!

    Di Blogger alesssia, scritto alle 14/05/07, 14:55  

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