domenica 1 febbraio 2009


Capitolo Duecentoottantunesimo. Bologna, giorno 1


Sottotitolo: storia di una ordinaria partenza e di un altrettanto ordinario arrivo.

Ore 9.00: suona la sveglia, ho il treno alle 11.59, la valigia è pronta dal giorno prima, pensavo di fare colazione al bar, quindi me la sono presa comoda.
Ore 10.00: friggo già da un'ora, tenendo conto che a prepararmi ci ho messo dieci minuti. Guardare nevicare mi tiene impegnata, ma mi fa rischiare l'abbiocco.
Carpisa - La valigia compagna di viaggioOre 11.00: io ed il non saliamo in macchina, destinazione Lingotto, un po' peggio del paradiso. Cappuccio e brioche con marmellata, il tipo di fianco a noi caffè e doppia Vecchia. Forse ha ragione lui.
Ore 11.30: sono dieci minuti che siamo sul binario, se continuiamo ad abbracciarci non è solo per colmare la malinconia della partenza, ma anche per evitare l'assideramento.
Ore 12.00: salgo sul treno, il non mi lancia Carpisa, la mia compagna di viaggio verde acido fosforescente, l'unica con la quale si fidi a lasciarmi. Azzecchiamo la carrozza, cerco il mio posto, il 102, il biglietto afferma corridoio: pensavo che fosse dal lato del corridoio, non in mezzo...
Ore 13.00: leggo un po': un articolo, qualche pagina di romanzo. Osservo la gente attorno a me: facce simili, divise uguali, statali o meno che siano, cuffiette, libro o entrambi, rivista più o meno intellettuale, panino farcito a casa. Mangio anche io. Getto un occhio dal finestrino: sembra sempre di essere a Pinerolo o a Cuneo, ma i cartelli dicono Voghera, città delle casalinghe, o Parma.
Ore 14.00: cerco la cartina che ho stampato qualche giorno prima, non la trovo. Recupero solo la brutta copia, quella che indica come arrivare in piazza Maggiore dalla stazione Centrale, percorso che saprei fare anche senza. In basso le indicazioni stradali tagliate: anzie - 0,66km - 0,33km: ora mi sento più tranquilla.
Ore 15.30: arrivo a Bologna, nevica come se piovesse. Chiamo il non, gli dico che sono senza cartina, mi informa che il Toro pareggia. Mai una buona notizia.
Ore 15.45: sono in piazza Maggiore, giro a vuoto aspettando l'illuminazione e chiedendo ai passanti. Qui sono più gentili che a Torino: invece di dirti che non sono di qui confessano che non l'ho mai sentita, sta via.
Bologna - Torre GarisendaOre 16.15: trovo l'illuminazione, il cartello di Piazza delle Mercanzie, coincide con una parte della mappa: sono nel centro di un cerchio la cui circonferenza contiene il tesoro. Ed il raggio è solo cento metri.
Ore 16.30: ho percorso circa mille metri, quando incrocio una passante che conosce la via, il gioco è fatto, arrivo a destinazione.
Ore 16.35: la camera è vuota, pulita e senza finestre. La mia claustrofobia è finalmente appagata. Chiamo il non, non si sa nulla del Toro, ma è felice che io ce l'abbia fatta. Non so perché, ma mi sistemo velocemente ed esco, cerco un posto dove mangiare.
Ore 18.30: giro da quasi un'ora, Bologna sarà anche una città ggiovane, ma io non ho trovato nulla. Torno mesta in collegio, quando a cinquanta metri dalla meta scorgo una pizza al taglio. Ci sono passata davanti solo tre volte. Mangio, torno in stanza.
Ore 20.00: chiamo il non. Il Toro ha pareggiato e io sono presa da un senso di mestizia che non mi è famigliare.

4 Commenti:

  • Il Toro ha pareggiato e io sono presa da un senso di mestizia che non mi è famigliare.

    ma ti riferisci alla partita di oggi?
    il pareggio oggi è buono, far di più sarebbe stato un miracolo, anche se le cose s'eran messe bene.
    io recrimino, piuttosto, sul pareggio con la reggina...ci ho pure giocato 106euro sopra, ci credevo...fanculo.
    in italia, oltre alla squadra della mia città natià, simpatizzo toro.
    in europa i leoni di bilbao sopra tutti.
    la storia non si compra.
    meno male non tifi l'altra squadra di torino (manco la voglio nominare).

    d.

    Di Anonymous Anonimo, scritto alle 01/02/09, 21:37  

  • La mestizia è per la situazione: al freddo, sola e senza finestre.

    Il Toro se l'è cavata bene, sai che all'inzio con ci credevo?
    L'altra squadra cittadina lascio che la tifino gli altri, noi siamo granata di famiglia!

    Di Blogger alesssia, scritto alle 01/02/09, 21:45  

  • "Bologna ombelico di tutto, mi spingi a un singhiozzo e ad un rutto"

    l'hai fatto il ruttino dopo la pizza?

    l'ultima volta che misi piede a bologna, feci capolino all'isola nel cantiere.
    e scoprii che la sera prima aveva suonato henry rollins.
    non ero lì per quello, ma non mi sarebbe dispiaciuto.
    ricordi lontani...ne è passata di acqua sotto i ponti.

    oh...meglio l'acqua che 'sta neve
    -)

    buon soggiorno dai!

    d.

    Di Anonymous Anonimo, scritto alle 01/02/09, 23:14  

  • Anche io a Bologna avevo avuto la stessa esperienza stanza piccolissima tipo loculo con una mini finestra e la prima sera era stata tristissima. Ma non ti preoccupare la situazione non può che migliorare!!

    Seguendo il tuo codice deontologico...
    F.

    Di Anonymous Anonimo, scritto alle 02/02/09, 17:04  

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