sabato 26 gennaio 2008


Capitolo Duecentoventesimo. Scelte, parte seconda: la cucina


Continuiamo questa panoramica sulla scelte che segneranno casina.
Abbiamo parlato di pareti e di colore, scelte difficili, ma che, comunque, possono essere cambiate, in caso di noia o di pessima riuscita, con un semplice colpo di pennello. L'argomento che tratterò ora, invece, è ben più complesso e difficilmente recuperabile in caso di scelta errata: sto parlando della cucina.

La cucina in sé racchiude a sua molta una miriade di punti di scelta:

  • marca e modello;
  • colore;
  • disposizione del mobilio;
  • top, sia come materiale che come colore;
  • elettrodomestici;
  • scelte accessorie (rivestimento, colore pareti, luci...)


Fortunatamente qualche idea chiara l'abbiamo, soprattutto dopo mesi passati a sfogliare riviste e a frequentare forum\siti di arredamento.

Esempio di anta a telaio in rovere moroSicuramente cucina con anta a telaio rovere moro (Non sapete cos'è un'anta a telaio? Non avete la minima idea di che colore sia il rovere moro? Osservate la figura!), con top in laminato bianco, o in altro colore chiaro ed uniforme (sabbia, per esempio).
Elettrodomestici della Nardi, ottima marca, se non fosse per quel colpo basso inferto ai sui dipendenti, di cui so di potermi fidare (ai miei non hanno mai dato problemi).
Esempio di decoro per il rivestimento Rivestimento in un colore che crei un continuum con il top, con piastrelle rettangolari e magari inserite in una composizione non troppo ripetitiva (un esempio? Gurdate l'altra immagine!).

Dopo questi punti fermi i dubbi: quale marca? Abbiamo visitato decine di mobilifici alla ricerca della Nostra cucina, con scarsi risultati: solo tre delle duemila cucine viste si sono rivelate interessanti:

  • Liljestad dell'IKEA, scelta data per vincente, boicottata, però, dal padre nella definizione finale del progetto, con il suo secco rifiuto a montarla;
  • Megan, della Stosa, scelta in preda alla disperazione, unica vista che rispondeva ai canoni precedentemente elencati, che, però, devo ammettere che non mi piace tantissimo;
  • Dania, della Record, che è stato il mio primo vero grande amore in fatto di mobilio. Sembra disegnata per me, con quell'ambiguità che rende difficile collocarla ancora in uno stile classico oppure già in uno moderno. Se ricordate ne avevo già parlato in un altro post: qui.

Dalle presentazioni non è difficile indovinare che le mie preferenze si orientino su quest'ultima, non fosse per il prezzo, che è di mille euro superiore alla Megan e di duemila alla Liljestad.

Ovviamente il non non mi è di nessun aiuto a scegliere, avendo già stabilito che la cucina è il mio regno. Per se, per dovere di cronaca, si è, comunque, riservato l'autorità a regnare su divano, camera da letto e bagno. Fortunatamente balconi e sgabuzzino vengono riconosciuti come territorio neutro.
L'ultima mia possibilità è ottenere un'udienza con il padre, evento più unico che raro quando si tratta di argomenti che non sono inerenti alla sua vita quotidiana.

In più, a rendere ostica la scelta, si sommano le tempistiche ristrette: meno di una settimana per fermare una delle due, decidendo anche in quale mobilificio (ebbene sì, posseggo più preventivi!).

Anche gli elettrodomestici, già decisi, creano un dubbio: li prendo dal mobiliere insieme alla cucina, pagandoli di più, o li ordino su Internet, risparmiando circa cinquecento euro? E come ci si comporta con la garanzia della cucina? Tutto nebuloso!

Meno male che per la disposizione del mobilio mi affido a degli (spero) abili arredatori, altrimenti sarebbe una tragedia!

Termina qui anche la seconda parte dedicata alle scelte, a presto con la prossima puntata.