Capitolo Duecentonovantaduesimo. Flash
Passi. Piedi. Passi e rumore. Passo: crepitio di foglie; passo: scricchiolio di legno; passo: fischio di gomma; passo: fruscio di tappeto.
Echi, vicini, che rimbombano nel vuoto, mentre le luci si spengono sul sipario della novità.
Saluti, voci, telefonate verso un pianeta lontano, che ci ostiniamo a chiamare casa.
Attesa di tutto, piacere di nulla, ovunque, solite storie, fabula e intrecci, soggetti di fotografie che si fingono immortali.
La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l'estraneo siete voi.
3 Commenti:
comincio a preoccuparmi.
cazzo è successo alessia?
serve aiuto?
d.
Di Anonimo, scritto alle 10/03/09, 21:55
hai letto schopenhauer ultimamente...???
Di Anonimo, scritto alle 10/03/09, 23:06
Niente Arthur, nessun pendolo che oscilli tra dolore e noia, nessun bisogno di aiuto, solo un po' troppo tempo trascorso in compagnia di Brötezu.
Un messaggio in codice per chi era con me.
Di alesssia, scritto alle 12/03/09, 18:55
Se hai qualcosa da dire...
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