martedì 19 ottobre 2004


Io sono leggenda, Richard Matheson


1975: un'inspiegabile epidemia si diffonde in tutto il mondo. Gli uomini si mutano in quelli che chiameremo, per comodità, vampiri ed a Robert Neville, che pare essere immune all'infezione, non resta che adeguarsi all'incredibile situazione.

La sua vita, dopo la morte della moglie Virginia e della figlia Kathy, trascorre solitaria e monotona: i giorni si dividono, quasi equamente, tra quelli votati all'oblio (la bottiglia di whisky a portata di mano, il fantasma della moglie, le ferite che si procura volontariamente) e quelli dedicati al desiderio di indagare sull'origine della malattia (lo studio nelle biblioteche cittadine, gli esperimenti pseudoscientifici, le teorie sulla superstizione).

Le occupazioni diurne di Robert sono semplici: stanare e uccidere, nell'ostinata convinzione di essere l'unico Giusto, i vampiri "addormentati", ed appendere l'aglio all'esterno della sua casa, riparandone anche i danni subiti durante gli attacchi notturni.

Di notte, invece, l'uomo deve combattere contro la follia: cercare di rimanere lucido mentre i vampiri reclamano a gran voce il suo sangue, senza cedere alla vana illusione di non essere l'ultimo uomo della Terra.

Ma Robert Nelville è veramente l'ultimo uomo sulla Terra?


Lo stile di Matheson è essenziale, ma pregno.
L'atmosfera che costruisce è cupa, a tratti claustrofobica, paranoica. Tutto è dominato dal terrore e della tensione generata dall'assedio quotidiano dei vampiri e dal desiderio scientifico (o speranza umana?) di trovare, finalmente, una cura alla malattia.

La vita di Robert diventa, nella penna di Matheson, una triste condanna, la sua casa un guscio protettivo e una prigione. L'alcoolismo è una via di fuga ed il disperato desiderio di amare ancora una volta qualcuno, anche soltanto un cane, diviene una maledizione.

Molti gli spunti di riflessione in poco più di duecento pagine: la tematica della solitudine e dell'isolamento, quella del diverso, vittima di pregiudizi, il dibattito sempre aperto sul chi sia il Mostro e su cosa sia la normalità.
Senza dimenticare il modo in cui il diverso si introduce nella realtà, modificandola, e, per finire, la maniera in cui, nonostante tutto, la società sopravvive a se stessa commettendo, ormai con rassegnazione, gli errori che, da sempre, hanno marchiato a sangue la sua esistenza.


Un libro per tutti, anche per chi non è un cultore dell'horror.
Un'opera senza banalità e falsi moralismi, una storia appassionante e coinvolgente.

Una chicca: l'idea di scrivere "Io sono leggenda" venne a Matheson dopo aver visto, diciasettenne, il film "Dracula" interpretato da Bela Lugosi.


Richard Matheson
Io sono leggenda
Fanucci Editore

1 Commenti:

  • bel riassunto ma ti consiglierei di analizzare di più l'aspetto di pekish che assume un enorme significato e trasmette valori forti... baci

    Di Anonymous Anonimo, scritto alle 17/12/06, 00:06  

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