Capitolo Centoventiduesimo. Estranea
Ieri sono stata dai miei e mi sono resa conto, per la prima volta, che quella non è più casa mia: sono diventata, tecnicamente, un'estranea. E' stato sufficiente premere un interruttore su una parete dove non c'era: la prova che, a livello istintuale, ho dimenticato la posizione degli oggetti di uso quotidiano.
Mi è anche venuta voglia di prendere uno dei miei mille libri di fiabe, qualcosa che mi ricordasse il passato: un peluche, una statuina, una foto. Poi ho deciso che forse è meglio lasciarle dove sono, in una sorta di reliquario dei tempi che furono: io non sono più quella che ero, sotto molti aspetti, una sorta di estraneità anche da me stessa.
Solo sui libri mi sono soffermata di più. Ma alla fine ho desistito: quelle fiabe le so a memoria e non ho nessuno, la sera, a cui leggerle. Li prenderò quando arriveranno tempi migliori.
Perché arriveranno tempi migliori, vero?
(Intanto continuo a dormire nel saccoapelo)
2 Commenti:
Il furgone non ce l'ho, ma se vuoi vengo a darti una mano con la libreria.
Fammi sapere.
Di
Paolo Cecchetto, scritto alle 01/12/05, 18:07
Alla fine, come leggerai nel post successivo, ce l'ho fatta a terminare i miei traslochi. Ma per la tua offerta meriteresti un premio.
Fammi sapere.
Di
alesssia, scritto alle 05/12/05, 16:43
Se hai qualcosa da dire...
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