mercoledì 30 maggio 2007


Capitolo Centottantesimo. Discussioni


- Ma, amore, sono solo le 23.30, vuoi già andare a dormire?
- Domani ho un esame!
- A che ora?
- Alle due del pomeriggio.
- Allora cosa ti svegli a fare?
- Per finire di studiare.
- Perché?
- Devo superarlo!
- Perché?
- Altrimenti non mi posso laurerare.
- Perché?
- Per poter trovare un bel lavoro.
- Perché?
- Per guadagnare tanti soldi.
- Perché?
- Per farti fare il mantenuto.
- Buonanotte amore!

martedì 29 maggio 2007


Capitolo Centosettantanovesimo. La coinquilina L.


Vorrei dedicare qualche post ai miei coinquilini, L ed F., giusto per farvi capire con che razza di gente mi è toccato di vivere. Ovviamente chi ha esperienze di condivisione mi capirà benissimo!

La coinquilina L., oltre ad essere la coinquilina L. è anche la mia (migliore) amica L. e la mia collega L. Ci conosciamo dai tempi del liceo: stessa classe e molte esperienze, più o meno piacevoli, insieme. Un bene dell'anima, quello che le voglio.

E' approdata in casa a luglio 2006, dopo che il suo amico, il doctor D., ha abbandonato la sua stanza per andare a vivere da solo-solo. E' superfluo dire che il posto letto l'ho procurato io ad entrambi.

La sua filosofia di vita è sbattatersene di tutto: la casa è sporca? mica è mia, io ci abito solo (?!?) E' finita la carta igenica? Poco male, c'è il rotolone in cucina. E' terminato anche quello? Beh, ho pur sempre i miei fazzolettini. Finiranno? Anche il mondo deve finire, mica succederà domani! Stavo pensando di comprare... Tanto non lo uso! Ma se non ho nenche finito la frase!

Comunque è vero: lei non usa nulla.
Se non fosse per la tazzina da caffè eternamente piazzata, da lavare, nel lavandino e per l'odore di tortellini la domenica pomeriggio, non ci accorgeremmo neppure della sua presenza. Resta qualche sua reliquia in giro per casa, ma stanno progressivamante diminuendo: sarà colpa dei fan che prima folleggiavano per casa e ora lei costringe solo a qualche timida visita occasionale?

Le sua abilità manuali sono pari a quelle di un monco con il morbo di Parkinson, ma le resta un po' di buona volontà, che la salva quando si tratta di istituire uno dei (rarissimi) turni di pulizia che segnano il ritmo di casa.

Il suo supermercato è il papi, tranne per la birra: per quella c'é il PAM.

Senza di lei non saprei come fare: con chi le schiette risate? a chi confidare le paranoie? a chi chiedere consiglio? Ma soprattutto: quando se ne andrà, chi verrà al suo posto?

lunedì 28 maggio 2007


Capitolo Centosettantottesimo. Vita Domestica, parte seconda


Ricordate il mio senso domestico che, lievitando a dismisura, mi aveva condotto ad appropriarmi dell'Adventio?
Bene, in questi mesi esso mi ha spinto ad una nuova follia: l'acquisto dell'Enciclopedia della Cucina Italiana, un'opera omnia in n volumi allegata a non ricordo bene quale rivista e con un prezzo da salasso.
Tali tomi, conservati intatti su un anonimo ripiano della libreria, per i primi tempi hanno levato il loro dito d'accusa, ma ieri sono finalmente tornati utili, giustificando la spesa fatta per ottenerli.

Complice S., il nostro collega cuoco, ci siamo ritrovati in casa circa tre chilogrammi di braciole di maiale. L'unico modo per smaltirle era organizzare una cena casalinga, come quelle che non si facevano più dai tempi del compianto ex-coinquilino P.
Estraggo dallo scaffale il volume "Carni Bianche" e con il non scegliamo la ricetta: Braciole di maiale alla salvia in guazzetto, accompagnate da una calda pirofila di Patate Arraganate, proveniente dal volume "Verdure".
Avvisiamo la coinquilina L., che disdice la cena con i genitori, e il coinquilino F., che si avvale della facoltà di non rispondere, adducendo la scusa che la sera prima aveva bevuto troppo e non se la sentiva di condividere un intero pasto con noi (Sarà stata la paura di una richiesta pecuniaria? O il peso di un favore da rendere?). Ci avrebbe fatto comunque sapere.

La preparazione delle libagioni non è impegnativa: un'oretta ed è tutto in tavola, complice anche il tempo di cottura delle patate. Intanto il coinquilino F., con lo stomaco decisamente in subbuglio, consuma la cena per i fatti suoi: olive nere in salamoia, toma dolce, due toast cotto e fontina, pomodorini.

A tavola la discussione è piacevole, si parla di case e arredamento, colori da dare alle pareti e stile delle piastrelle (dovete sapere che anche la coinquilina L. ha acquistato casa, ma a questo argomento dedicherò un intero capitolo).

I piatti da lavare sono pochi e in breve tempo ci ritiriamo nelle nostre stanze.
Io ed il non, con la pancia pienissima ci mettiamo a vedere un film, due coccole e tanta nanna.

Quanto mi piace il connubio tra vita domestica e brutto tempo!

giovedì 24 maggio 2007


Capitolo Centosettantasettesimo. Umiliazioni


Oggi ho legato la povera Wilma tra una Ducati Monster, a sinistra, e un'Atala superaccessoriata, a destra. Quando sono tornata, dopo quasi nove ore, scodinzolava, muovendo felice il portapacchi posteriore.

Chissà quanto l'avranno presa in giro quei due.

mercoledì 23 maggio 2007


Capitolo Centosettantaseiesimo. Balconi


Ieri sera ho controfirmato la proposta d'acquisto (accettata) per il bilocale di cinquantotto metri quadri al quinto piano senza ascensore con vista collina (da ora universalmente denominata dimora).
Non mi sembra vero.

Nell'immagine si vede il balcone della camera da letto, quello che offre la famosa vista collina, indicato da un'inequivocabile freccia rossa.
Dall'immagine potete anche notare, facendo un rapido confronto con quello al piano inferiore, di come la ringhiera del suddetto balcone sia oltremodo bassa, il che, in caso di festa con alto tasso alcolico, mi impone di sprangarne la via d'accesso, onde evitare incidenti alquanto poco piacevoli e, nel caso remoto in cui il non decidesse di fare Romeo, mi rende abbastanza impossibile il divenire Giulietta.

Primi piccoli problemi domestici.

martedì 22 maggio 2007


Capitolo Centosettantacinquesimo. Storie da ristorante


Ieri arrivano Loro: belli, magri, abbronzati, fashion. Lei capelli neri liscissimi, con codine e vestitino nero stile manga, Lui capelli corti mechati, camici bianca di lino e pantalone coloniale.

Io e il non li guardiamo, straniti nella nostra banale normalità.

Non è difficile intuire che tra i due c'è passione: baci roventi, palpeggiamenti inusuali per una sala di ristrante, anche se ormai svuotata, carezze intime.
Poi, d'impovviso, al silenzio della passione consumata tra il cibo masticato, si sostituisce qualche parola a voce un po' troppo alta.
- Quindi cosa vuoi da me?
- ...
- No, è importante!
- ...
- Alla fine sei come tutti gli altri.

Guardo il non, mentre asciughiamo i bicchieri:
- Alla fine voi uomini siete tutti uguali.
- Non crediate voi donne di essere meglio.
- Per quello che non ha senso cambiarne tanti.
Continuiamo, parlando d'altro: voce dolce, movimenti posati.

Il litigio continua, intanto, appassionato come l'introduzione amorosa: gesti nervosi, sorrisi tirati alle nostre fugaci comparse, sigarette una dietro l'altra, con il fumo sputato dalla porta lasciata aperta, voci scocciate.

Poi, di nuovo, il silenzio. La conclusione è ancora un bacio da film, con lingua e quant'altro. Pagano, se ne vanno, ridono mano nella mano.

Io ed il non riapparecchiamo il tavolo, ci cambiamo, ce ne andiamo. Un sorriso dolce, un bacio timido all'angolo, qualche raccomandazione sussurrata.
A nanna.

domenica 20 maggio 2007


Capitolo Centosettantaquattresimo. Panorama


Dimenticate per un attimo il vostro concetto di panorama: questo Panorama è una trasmissione della BBC, una sorta di Report britannico. Il 2 ottobre 2006, esso trasmise un reportage dal titolo "Sex Crimes and the Vatican", video che è stato diffuso pressoché in ogni angolo del globo, eccezzion fatta per un piccolo staterello vassallo del Vaticano: l'Italia.
Un breve riassunto degli argomenti trattati?
La cupola mafiosa guidata dal cardinal Joseph Alois Ratzinger (poi Papa Benedetto XVI) con abili mosse è riuscita a sottrarre un numero considerevole di pedofili alla giustizia civile. Il modus operandi è semplice: si impone un omertoso silenzio a vittime, carnefici, testimoni e quant'altri, pena la scomunica, ed il colpevole viene trasferito, immediatamente e silenziosamente, in una nuova parrocchia ignara di tutto, dove può continuare a delinquere tranquillamente. Il tutto messo nero su bianco in un documento denominato Crimen Sollecitation.
Il consiglio è, però, di vederlo con i propri occhi.



Se voleste approfondire ecco il link al sito di Bipensiero, che ha curato i sottotitoli del filmato e che continua ad occuparsi dell'argomento.

giovedì 17 maggio 2007


Capitolo Centosettantrateesimo. Dedicato a tutti quelli che...


... quando è iniziata la vendita dei biglietti per il concerto torinese del Vasco, hanno fatto ore ed ore di coda alle biglietterie, a tutti quelli che sono impazziti per comprarli su TicketOne.it, mentre il server si ostinava a cadere, a tutti quelli che hanno scovato il Rock & Folk e ci sono andati.

Dedicato a tutti quelli che l'hanno cercato su Internet, sul TuttoAffari, ovunque, a tutti quelli che l'hanno trovato e comperato, al doppio del proprio valore.

Dedicato a tutti quelli che, com me, hanno saputo aspettare e l'hanno acquistato in questi giorni, senza code e senza costi aggiuntivi, a tutti quelli che lo compreranno, ancora, anche là davanti, dai bagarini.

Dedicato a tutti quelli che ci vediamo là. Che, per la prima volta, ci sono anch'io.

martedì 15 maggio 2007


Capitolo Centosettantaduesimo. Poesia o Praticità?


Per far vedere al padre un altro bilocale, in modo che potesse costruirsi un paragone mentale con quella di marzapane, ieri ho preso appuntamanto con un'agenzia per vedere un cinquantotto metri quadri commerciali, al quinto piano senza ascensore.
La scomodità nel raggiungere l'abitazione, nonché i diecimila euro in più di richiesta, sommati alla consegna delle chiavi a dieci mesi, avrebbero dovuto escludere qualsiasi dubbio nei confronti dell'acquisto di questa piuttosto che della precedente. Invece...

Dio mio, sono in panico! La poesia e il risparmio dell'altra, o la praticità e il confort di questa? La consegna immediata della prima o lo spazio in più della seconda? Il sole tutto il giorno del quinto piano o un'esposizione singola del secondo? La vista sulla collina o il ballatoio?
Aiutatemi: ho solo quattro ore per decidere.

lunedì 14 maggio 2007


Capitolo Centosettantunesimo. Ufficializzazioni parte seconda


Sottotitolo: Hic Sunt Leones

Dopo il pranzo a casa dei miei, con le dovute presentazioni del non, ora tocca a me andare nella tana del lupo.
Tolto il dovuto imbarazzo, legato anche al fatto che non ho mai conosciuto i genitori dei miei innumerevoli fidanzati (anche perché non sono durati mai abbastanza), secondo il non restano alcuni ostacoli da superare: la mamma è praticamente vinta (grazie al cielo esiste quella strana solidarietà femminile!), ma il papà è tutta una battaglia.
Ho due, massimo tre settimane di tempo per imparare a:
  1. mangiare con la bocca serrata, senza staccare le labbra neppure di un millimetro nemmeno per un secondo;
  2. non dire nessuna bestemmia;
  3. non dire nessuna parolaccia, neanche perdincirindina.

Il che, vi giuro, per me è un casino. Cazzo! Non devo dire neanche casino! E neppure cazzo! Acciderbole, potete immaginare quanto sarà dura.

domenica 13 maggio 2007


Capitolo Centosettantesimo. Paradisi presunti


Venerdì, dopo sei ore di lezione ho pesato bene di pedalare sino da Decathlon (per km 6.8, stando alle stime di Google Maps) per acquistare un nuovo cestino per la mia superBike Wilma.

Giunta al paradiso dello sportivo, però, ecco la sorpresa: non c'è nemmeno una rastrelliera per le biciclette!
Che i ciclisti cittadini non si qualifichino come sportivi? Che di tale titolo si possano fregiare solo gli indomiti avventurieri, che con le loro ultraccessioriate mountain-bike scalano le montagne? O gli stacanovisti della pedalata, che con le loro bici ultrasottili ed ultraleggere solcano indefessi la Pianura Padana? Che il ciclista cittadino sia solo uno sfigato che non ha i soldi per comprarsi un'automobile? Dubbio atroce.

Dopo aver incatenato la bici alle corsie dei carrelli (cartelli stradali e alberelli erano già tutti occupati da altri colleghi) sono finalmente riuscita a raggiungere la corsia ciclismo (ma allora sono ciclista!), dove l'unico cestino in vendita costava 27,50 euro. Valore commerciale della povera Wilma: 25,00 euro.
Forse hanno ragione loro: sono solo una sfigata che non ha i soldi per comprarsi un'autovettura.

Butto le pive nel sacco (il cestino non l'ho acquistato) e pedalo leggera e astuta nel traffico (altri 8.7 km, sempre secondo il parere di Google Maps). Fanculo ai paradisi presunti, io e Wilma stiamo bene così.

martedì 8 maggio 2007


Capitolo Centosessantanovesimo. Quesciere, somniare. Fortasse est


Sono sola a casa e taccio.
Il non è andato a cena con amici, cercando di farmi capire, in modo neppure troppo velato, che la mia compagnia, per il dopo cena, non era gradita.

Sono sola casa e fremo.
Temo che lui faccia qualcosa di cui poi potremmo pentirci. Per avergli ancora accordato fiducia, io, per averla di nuovo tradita, lui.

Sono solo a casa e fantastico.
Abbiamo visto un'altra casa di marzapane, oggi. Un piano solo, con i camini sul tetto e le vecchine che ricamano sul ballatoio. Quaranta metri quadri di camera cucina e bagno: una casa di mattoni che il soffio del lupo non porterà via e che nessuno orco-immobiliare può vendere a qualche principessa ricca, invece che a me, ranocchietta povera.

Sono sola a casa e rifletto.
Ma se le vecchine muoiono e come vicino mi ritrovo qualche arpia o qualche mostro? Come potrò ancora percorrere il ballatoio indenne? Chi condividerà con me il piccolo maniero? Il non? E se mi mentisse ancora una volta, stasera?

Sono sola a casa e calcolo.
Basteranno i soldini per le spese e le bollette? E per mangiare tutte le sere? E quel gruzzoletto nascosto sotto il mandarancio, in cortile, sarà sufficiente per arredare, di tutto punto, la dimora? Chi mi darà una mano nel sopportare gli oneri? Il non? E se mi mentisse ancora una volta, stasera?

Sono sola a casa e aspetto.
Attendo, rassegnata e paziente, che la vasca si riempia, per fare un bagno. Che il geometra, amico di famiglia, dica se è una casa di pan di zucchero, o che vale veramente la pena. Che venga domani, quando guarderò il non in faccia e gli chiederò cosa ha combinato. E se mi mentisse ancora una volta, domani?

Sono sola a casa e scrivo
Inserisco un altro post, in un blog che non comunica con nessuno: nessuno che legge, nessuno che scrive, parole morte.

Sono sola a casa e taccio.
Che altro potrei fare?

lunedì 7 maggio 2007


Capitolo Centosessantottesimo. Polaretti


Incredibile, ma vero, per la prima volta nella mia media vita ho vinto qualcosa ad un concorso: si tratta di uno zainetto dei Polaretti Dolfin, contenente 25 dei suddetti ghiaccioli. Pace per lo zainetto, ma i Polaretti me li mangiucchio volentieri!
La consegna avverrà entro 180 giorni a decorrere dal 13 luglio 2007. Forse un po' tardi per l'estate, ma in tempo per ricordarmi che anch'io ho una buona stella.


Capitolo Centosessantasettesimo. Cane


Da quando avevo tre anni non ho mai trascorso un giorno della mia vita in cui un cane non mi scodinzolasse tra i piedi. Anche quando mi sono trasferita la prima volta, c'era la povera Kelly a tenermi compagnia. Poi, in questa casa, tutto è cambiato: solo due gatti, prima, uno solo, ora.

Vorrei rapirne un cucciolo al canile, ma i miei tempi e i miei spazi non me lo consentono, quindi non posso fare altro che adottarne uno virtuale, questo:

my pet!
Adopt your own virtual pet!

sabato 5 maggio 2007


Capitolo Centosessantaseiesimo. Compagna?


Ieri, dopo il lavoro, io ed il non siamo andati a farci un paio di birre in bar in cui lui è annoverato tra gli habitué.
Dopo le birre e le presentazioni di rito, tra lo choch di molti personaggi che non l'avevano mai visto con altri che non fossero l'ex tipa e l'amico M., un losco figuro mi ha chiesto se fossi la sua compagna. Io, con maestria, ho glissato, passando al non la patata bollente, che l'ha scaricata con un Certo!, fin troppo eloquente.

Io la sua compagna? Certo?
Che stia passando da non a ufficiale?
Ma io non sono ancora preparata...

venerdì 4 maggio 2007


Capitolo Centosessantacinquesimo. Adventio, #2


Il silenzio stampa preannunciato, alla fine, si è protratto più del previsto, complice un esame preparato e superato, e la pioggia, che rende lunghi i miei spostamenti, rubandomi il tempo altrimenti faticosamente ritagliato.
Rieccomi qui, però, ancora una volta a narrare le mie avventure culinarie.

Qualche settimana fa ho comunicato l'acquisto dell'Adventio, ma non ho mai detto se questo colpo di fulmine sia diventato veramente amore.

La prima prova del robot è stata la preparazione delle Polpettine al Limone, piatto semplice, ma fresco e gustoso.

Ingredienti (per 2/4 persone, dipende dall'appetito):

  • 400g di petto di pollo,
  • un limone naturale
  • 1 cipolla
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 carota
  • aneto, a piacere
  • pangrattato, in abbondanza

Preparazione:

  1. Sminuzzate la cipolla, la carota e l'aglio, eventualmente servendovi del vostro servizievole robot.
  2. Sbucciate il limone, avendo cura di non andare troppo in profondità, così da non prendere anche la parte bianca. Tritate, poi, la buccia ed unitela alle verdure.
  3. Spremere, in seguito, il limone, tenendone il succo da parte - dopodiché il limone potete gettarlo: ha dato tutto quello che poteva.
  4. Disossate con cura il petto di pollo (a meno che non l'abbia fatto il vostro macellaio di fiducia) e tagliatelo a pezzi.
  5. Ora, se non lo avete già fatto, tirate fuori dall'armadio il vostro robot: senza non è più possibile procedere. Se non l'avete ditemelo: ho una gustosa ricetta da proporvi, con i medesimi ingredienti.
  6. Mettete nel robot le verdure (se non sono già dentro), la carne, il succo di limone, l'aneto, sale e pepe. Frullate ben bene: deve ridursi ad una poltiglia.
  7. Ora divertitevi con le vostre tenere manine: formate delle polpettine con l'impasto e passatele nel pangrattato (che, di nuovo, potete preparare con pane e robot, invece di comprare quel trito di unghie di gatto che c'è in commercio).
  8. Friggete in abbondante olio per una quindicina di minuti, sino a che non saranno dorate.
  9. Servire calde su di un letto di insalata.

Come avete potuto notare la preparazione è semplice (e la resa ottima) ma come si è comportato il buon Adventio? Di merda: ha lasciato le verdure praticamente intere ed anche il limone era ancora a pezzi.
Ho pensato al divorzio, così, subito, ancora in viaggio di nozze. Ho passato notti insonni, con la paura di usarlo, temendo che potesse di nuovo deludermi. Poi, in sogno la soluzione: se avessi usato la lama sbagliata? Se fossi io e non lui? C'era un solo modo per scoprirlo: la seconda possibilità. Essa si è concretizzata stamani, sempre con un piatto semplice, ma pratico: la Frittata di Spinaci.

Ingredienti (per 3/4 persone):

  • 6 uova
  • 250g di spinaci
  • 2 cucchiai di parmigiano
  • 2 cucchiai di pangrattato

Preparazione:

  1. Titubante, ho estratto il robot dalla sua confezione. Con mani delicate e attente ho iniziato la vestizione: cono centrale, accessorio per montare/emulsionare. Intanto, sui fornelli, gli spinaci surgelati bollivano.
  2. Ho preso le uova, separando tuorli dagli albumi: questi ultimi sono finiti direttamente nella pancia del robot, che è stato messo in funzione. Magia: lo strano attrezzo a forma di disco volante smerigliato li ha veramente montati! Via, dentro anche i tuorli: il mio amato non poteva tradirmi!
  3. Con le mani tremante ho estratto il disco volante e, al suo posto, ho messo la lama. Intanto gli spinaci erano pronti, e, dopo averli scolati e aver atteso che si raffreddassero un poco, sono finiti a tenere compagnia alle uova.
  4. Ho ancora dato il via al robot: gli spinaci, smembrati, si legavano alle uova: era il momento di aggiungere parmigiano, pangrattato, sale e pepe.
  5. Ancora qualche secondo. Il robot urlava la sua vittoria.
  6. Non mi restava che friggere l'impasto, perfetto, e mangiare il risultato: una superba frittata, condendola con un po' di aceto, accompagnata da una timida insalata di fagiolini.

Ora l'Adventio dorme, nella sua scatola, il meritato riposo dell'eroe.
Non poteva tradirmi, lo sapevo.