lunedì 28 febbraio 2005


Capitolo Cinquantesimo. Gli amici prima di tutto


Poiché tutti i miei amici sono fidanzati e non possono condividere questa serata con qualcuno diverso dal loro compagno/a, dovrò andare al cinema da sola, salvo qualche telefonata dell'ultimo minuto.

Mi sta salendo una nuova (e forte) ventata di tristezza.

domenica 27 febbraio 2005


Capitolo Quarantanovesimo. Buoni Propositi


La giornata lavorativa è stata veramente esauriente (attaccare alle 11 del mattino, smontare alle 16 per rientrare alle 19, scoprire che mancava un collega e doversi smazzare un sabato sera in due), ma all'una, quando ho finalmente staccato, di non uscire non m'era proprio passato per la testa: mi ero anche messa la gonnellina e truccata per bene, sembravo proprio una signorina!

Ma ho finito comunque per raccogliere i complimenti dai soliti amici, facendo la muffa nel solito locale. Non che mi dispiaccia: resta solo il problema che così non incontrerò mai l'uomo della mia vita.

Buon proposito per il prossimo sabato: uscire, anche solo per andare a fare colazione al forno alle cinque del mattino, ma vedere qualche faccia nuova.

sabato 26 febbraio 2005


Capitolo Quarantottesimo. Stanchezza


Penso di non essere mai stata tanto stanca fisicamente come in questo periodo.
Come cantava Bruno Martino:


Sono stanco
troppo stanco
tanto stanco che cado di fianco
sbadiglio
non posso reagir


Aspetterò ancora che l'antivirus termini di scaricare i vari e numerosi file di aggiornamento e poi crollerò nel letto: domani si lavora di nuovo.


Voglio un cuscino di piuma
tre materassi di lana
Voglio una bella bambina
che canti una nenia per me
Voglio una stanza a tre letti
Voglio che stian tutti zitti
Voglio un tegame di gnocchi
e qualcun che m'imbocchi
perché...

Sono stanco
tanto stanco
Sono stanco da quando son nato
Son stanco
mi voglio seder


Intanto in sottofondo scorre, in loop, Hallelujah nella versione di Jeff Buckley: questo sì che è relax

venerdì 25 febbraio 2005


Capitolo Quarantasettesimo. Megadeath


Lunedì trasferta milanese per potermi gustare, in quel dell'Alcatraz, quella che doveva essere l'ultima apparizione italiana dei Megadeath.

Non sto lì a dire cosa abbia significato per il mio fisico attendere due ore fuori da un negozio di musica, mentre nevicava, solo per avere un autografo da Dave Mustaine e poter fare una foto con lui.

Non voglio perdere tempo per descrivere quanto fosse bello, nonostante l'età, e quanto fosse marpione.

Non mi voglio soffermare nel descrivere quanto sia stato doloroso psicofisicamente resistere tre ore, sempre sotto la neve, schiacciata davanti ai cancelli e quanto gratificante sia stato sfondarli.

Non voglio annoiare nessuno spiegando cosa significhi guadagnare la prima fila e resistervi, sgomitando tra metallari borchiati, grossi e sudati. E cosa significhi raccogliere, alla fine, un plettro e toccare le polsiere, che lui ha lanciato sul pubblico.

E non voglio spendere neppure una parola sulla nottata, trascorsa a sonnecchiare in un pub, su di un pullman e sul treno che ci avrebbe riportato a casa.

Si sappia solo che quella cretina di G. ha rovinato la foto e che oggi è il primo giorno che i lividi mi danno pace.

sabato 19 febbraio 2005


Capitolo Quarantaseiesimo. Onda giusta


18.02.04, presso il Fenix El pito y los ladrones presenta:
AY QUE BUENA LA SALSA RICA dal LATINJAZZ al MAMBO dalla RUMBA alla CUMBIA passando por el SON con una SALSA de MERENGUE


Lo so che sembrerà banale, ma ieri sera alla festa mi sono proprio divertita, come non succedeva da mesi. Anche se Lui era lì e baciava Lei. Anche se erano tutti a coppiette. Anche se nessuno dei miei amici è potuto venire. Anche se ero sola.

Lo so che sembrerà banale, ma per me non lo è per niente: sto cavalcando l'onda giusta.

Devo essere sincera però: Lui e Lei li ho sognati ed il risveglio-amaro-in-bocca c'è stato tutto. Pazienza: non posso nulla sull'inconscio


venerdì 18 febbraio 2005


Capitolo Quarantacinquesimo. Ritornello


Anche se la mia vita continua a mantenere la vecchia colonna sonora mi concedo, almeno per questi giorni, il lusso di aggiungere un nuovo ritornello.
Lui è Ferruccio Tagliavini, il pezzo Voglio vivere così, l'anno 1941 (o giù di lì).


Voglio vivere così
col sole in fronte
e felice canto
canto per me


E nessuno mi venga a dire che mi devo aggiornare.

Da notare: ho corretto la numerazione dei capitoli. Grazie perché siete dei lettori attenti!

giovedì 17 febbraio 2005


Capitolo Trentaquattresimo. Metereopatia


Non so se sia merito del sole fintoprimaverile di questi giorni o della nuova occupazione, ma sembra che mi sia ritornata la voglia di vivere.

E nella mia playlist mentale intanto è partita la voce di Loretta Goggi: Che importa se per innamorarsi basta un'ora, che fretta c'era maledetta primavera, che fretta c'era maledetta come me.

martedì 15 febbraio 2005


Capitolo Trentatreesimo. Torino, always on the move


Torino non sta mai ferma, come recitano i cartelli: sempre qualcosa che bolle in pentola, sempre qualcosa di nuovo sul fronte sabuado.
Sabato è nata la Casa #1, come la moneta portafortuna di Zio Paperone. E' il nuovo osservatorio ecologico su Torino 2006 ed oltre: speriamo che non sia messo a tacere.

domenica 13 febbraio 2005


Capitolo Quarantaduesimo. Mercurio entra in Cancro


Il mio oroscopo sostiene che, questa settimana, il mio partner mi darà del filo da torcere. Mi domando perché debbano sempre dare per scontato che io un compagno ce l'abbia.

Poi ci si chiede perché non bisogna credere agli oroscopi.

mercoledì 9 febbraio 2005


Capitolo Quarantunesimo. Colonna Sonora


non studio non lavoro
non guardo la TV
non vado al cinema
non faccio sport


Beh, non che mi ammazzi, ma studiare un po' studio. E anche con il lavoro mi faccio un discreto culo. Ho persino iniziato ad andare al cinema.
Penso che dovrò cambiare la colonna sonora della mia vita.

io sto bene (io sto bene)
io sto male (io sto male)
io non so (io non so)
come stare (dove stare)


No, direi che posso ancora tenerla.

lunedì 7 febbraio 2005


Capitolo Quarantesimo. Vocazioni


Se fosse vero quanto afferma Mario Vargas Llosa, ne Lettere ad un aspirante romanziere, significa che nella mia vita ho sbagliato qualcosa.
Devo solo capire se sono ancora in tempo per rimediare.


Gli scrittori sono una minoranza che [...] (in) un determinato momento hanno deciso di essere scrittori. Si sono scelti in quanto tali. Hanno organizzato la propria vita in modo da trasferire alla parola scritta quella vocazione che, fino ad allora, si era accontentata di immaginare, nell'impalbabile segreto della mente, altre vite ed altri mondi. [...] Ma impegnarsi ad esserlo, decidere di orientare la propria vita in funzione di quel progetto, è già un modo - l'unico possibile - di cominciare ad esserlo. [...]
La vocazione letteraria non è un passatempo, uno sport, un gioco raffinato che si pratica nei momenti di svago. E' una dedizione esclusiva ed escludente, una priorità a cui non si può anteporre nulla, una servitù liberamente scelta che rende le proprie vittime (vittime felici) degli schiavi.


domenica 6 febbraio 2005


Capitolo Trentanovesimo. La TV della domenica


Il problema di svegliarsi alle due del pomeriggio, ogni domenica, è che ti obbliga, quasi formalmente, a guardare Alle falde del Kilimangiaro. Il che ti fa venire strane voglie, come quella di visitare Rotterdam, Olanda.


Capitolo Trentottesimo. Spazi


Non mi sembra di chiedere tanto: ho solo bisogno del mio spazio, qualche metro cubo dove poter respirare la mia aria e prendere i miei tempi.

Voglio una casa mia, più di ogni altra cosa.

mercoledì 2 febbraio 2005


Capitolo Trentasettesimo. Destinazione Neverland, in solitaria


Visto che al Pathé continuano le anteprime gratuite ad invito e che l'invito io l'avevo, perché non trascorrere un martedì sera diverso, stravaccata su di una poltrona rossa?

Il film questa volta era Neverland.
Non male, un po' sulla scorta di Shakespeare in Love. Allegro e commovente il giusto: uno di quei film che tra qualche tempo ci troveremo in programmazione su Canale5 in qualche rassegna stile I Bellissimi, insomma. Decisamente non il mio genere!

Ma la cosa che mi ha colpito maggiormente non riguardava tanto il film quanto la gente presente in sala. Tutte coppie: di fidanzati, sposate, di amici, di amiche. Io ero l'unica sola, trincerata dietro I viaggi di Gulliver, che leggiucchiavo attendendo l'inizio.

Mi è montato un po' di magone e mi è venuto in mente un pezzo di Alta fedeltà, di Nick Hornby.


Ma è il motivo principale per cui noi, tutti noi, giovani e vecchi, uomini e donne, siamo attratti dal sesso opposto: abbiamo bisogno di qualcuno che ci salvi dai sorrisi comprensivi nelle code davanti alla cassa dei cinema, la domenica sera: qualcuno che ci impedisca di cadere nella fossa dove vivono gli eterni single


Ma sono sopravvissuta. Forse un poco mi sta passando. Devo solo non vederLo insieme a lei.